Pianificazione Aziendale in tempo di crisi, intervista Sandro Feole

Pianificazione Aziendale in tempo di crisi: l’intervista con Sandro Feole

In questo periodo incerto è importante mantenere la lucidità per far fronte alle difficoltà

Pianificazione Aziendale in tempo di crisi: l’intervista con Sandro Feole
14 marzo 2020
Case Italia Srl
Investimenti sugli immobili

Pianificazione Aziendale in tempo di crisi: l’intervista con Sandro Feole

In questo periodo fluttuante, incerto e ricco di incognite non tutti riescono a mantenere la lucidità per far fronte alle difficoltà nella sfera lavorativa. In particolare, ci si domanda: quali sono i giusti accorgimenti tecnici da adottare per mantenere una sana gestione dell’impresa?  Come salvare l’economia reale?

Per rispondere in modo tecnico a questi interrogativi oggi vogliamo portarvi il parere di uno dei più importanti esperti di economia d’impresa, membro di ben 8 CDA e imprenditore affermato, Sandro Feole.

Il focus, come sempre, deve rimanere la nostra economia personale, l’unica, che nei fatti, possiamo governare.  Ma per farlo bene abbiamo bisogno degli strumenti giusti.

Sandro Feole, in questo periodo si sta interfacciando con tante aziende, comunicandoci che al momento ci sono realtà che, rispettando le prescrizioni sanitarie, non possono e non devono fermarsi, data la peculiarità del settore in cui operano. Non possiamo farci prendere dal panico, sottolinea, ma dobbiamo ricorrere alla nostra razionalità e alla responsabilità per gestire al meglio la confusione a cui siamo sottoposti in questo periodo di crisi.

Prima impariamo ad agire nel modo giusto, prima
ci lasceremo alle spalle questo brutto momento.

Il punto della situazione che Sandro, con dati alla mano, ci prospetta, vede il sistema imprese italiano composto da 6.091.000 Partite IVA di cui ben 954.000 solo in Lombardia, del totale 1 milione sono artigiani. A fronte di questi dati, chi subirà maggiori impatti negativi sulla gestione finanziaria di impresa saranno le aziende con a carico più di 10 dipendenti perché maggiormente impegnate finanziariamente.

Si rende necessario un comportamento etico e responsabile dal punto di vista economico da parte di tutti. L’appello è di rispettare i pagamenti per chi può farlo ! Pagare le altre imprese significa tenere in piedi il SISTEMA !

Le banche e lo Stato non potranno avere disponibilità infinite.

Chi può, e non ha grossi impedimenti, deve cercare di mandare avanti
la propria azienda, come ha sempre fatto.

Semplificando ecco perché: il nostro sistema paese produce 2.100 miliardi di dollari (PIL), se si bloccasse per un mese, ci sarebbero 174 miliardi di mancata produzione e conseguentemente mancati incassi, a cui molto probabilmente gli istituti bancari non riuscirebbero a far fronte.

Ecco perché si rende necessario, ci ricorda Feole, soffermarci sulla finanza delle nostre piccole realtà aziendali ragionando sugli incassi e sulle uscite futuri, riprogrammando tutto l’anno. (qui puoi scaricare il modello).

Qualsiasi forma di aiuto finanziario passerà da tre possibili canali:

  1. Lo spostamento in avanti delle rate e dei pagamenti fiscali e previdenziali;
  2. La cassa integrazione per i lavoratori che resteranno a casa;
  3. Lo spostamento in avanti delle rate di leasing e finanziamenti.

Per quest’ultimo punto, si tratterà di passare comunque dalle banche. Quindi per ottenere credito o la moratoria, un ruolo fondamentale se non decisivo, lo assume il  rating bancario, ovvero l’insieme di dati che la banca acquisisce su di te e la tua impresa per decidere se erogarti un prestito o no.

Per renderti affidabile agli occhi delle banche devi possedere un rating positivo.

Tuttavia, sottolinea Feole, il rating italiano presenta delle peculiarità specifiche rispetto a quello degli altri Paesi. Basti pensare che il rating cambia da banca a banca, poiché quest’ultimo non solo è definito dalle caratteristiche del richiedente del prestito ma, risente anche della natura strutturale della banca che dovrà concederglielo.

Nonostante il crollo delle borse abbia generato un clima di panico, l’economia reale fortunatamente ha risentito degli effetti in modo più diluito. Ci sono settori che hanno risentito maggiormente di questa crisi e ad altri invece che continuano ad andare avanti senza troppi intoppi: è il caso del  mercato immobiliare. Con l’operazione Bresso, lanciata due giorni fa su Rendimento Etico, abbiamo infatti raccolto oltre il 50% dell’offerta minima in un solo giorno, confermando ancora una volta il legame degli italiani al cosiddetto mattone.

L’economia deve girare, ci vuole ottimismo.

Questa crisi, inoltre, porterà molto lavoro, poiché togliendo molta liquidità ai Master Servicer per la gestione degli NPL, ci darà l’opportunità di intervenire ancora più rapidamente ed efficacemente per azzerare il debito di molte famiglie in difficoltà, supportando una grande fetta dell’economia reale.

Quello che bisogna fare è cercare di mantenere accese le aziende.

Come? Attraverso l’eticità dei pagamenti, la gestione consapevole delle attività aziendali e lo sfruttamento di tutte le modalità di comunicazione che l’informatica mette a disposizione dei molti casi di smart working. Pertanto, in caso di default, il consiglio è quello di “spegnere” ciò che ha provocato la situazione di default e ripartire con nuove prospettive e nuovi orizzonti, sostenendo le scelte future con raziocinio e audacia.  

Scarica il file pdf sull’Emergenza da gestire in 10 punti.

Rivedi l'intervista con Sandro Feole

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