Incostituzionale il blocco pignoramenti prima casa | Case Italia

Incostituzionale lo stop ai pignoramenti prima casa: le conseguenze

Le motivazioni della Corte costituzionale e le possibili conseguenze per i debitori.

Incostituzionale lo stop ai pignoramenti prima casa: le conseguenze
02 luglio 2021
Case Italia Srl
Pignoramento della casa

Recentemente, la Corte costituzionale si è pronunciata con una sentenza sulla legittimità del blocco dei pignoramenti sulla prima casa dal 1. gennaio al 30 giugno 2021. Risultato: la proroga è incompatibile con i principi statuiti nella nostra Costituzione.

Come vedremo meglio tra poco, la motivazione alla base della sentenza risiede nell’inadeguata tutela dei diritti dei creditori che, come i debitori, non sono necessariamente rimasti immuni dalle conseguenze finanziarie della pandemia.

Nel nostro post di oggi ci concentreremo però sulle possibili conseguenze per i debitori. Faremo delle ipotesi su come potrebbero evolvere in futuro legislazione e giurisprudenza e parleremo delle migliori alternative a disposizione di chi rischia di perdere la casa all’asta per tutelarsi e risolvere il problema del debito in modo definitivo!

Sospensione dei pignoramenti prima casa: perché è incostituzionale

Magari anche tu sei tra le tante persone che si sono trovate in difficoltà a causa della crisi generata dal Coronavirus. Le tue entrate sono calate drasticamente e a un certo punto non sei più riuscito a pagare le rate del mutuo. Fortunatamente, hai potuto beneficiare del blocco del pignoramento sulla prima casa – protratto fino al 30 giugno 2021 – che ti ha consentito di prenderti un po’ di tempo per decidere come risolvere al meglio la tua situazione.

Ora però potrebbe esserci un nuovo problema all’orizzonte. Lo scorso 22 giugno, la Corte costituzionale ha emesso una sentenza in cui stabilisce che la proroga del blocco in questione nel periodo dal 1. gennaio al 30 giugno 2021 è contraria alla nostra Costituzione.

Come già anticipato in apertura, la motivazione riguarda i diritti dei creditori, che in questo caso non sarebbero stati adeguatamente tutelati. Secondo l’interpretazione della Corte, nemmeno loro sono rimasti immuni dalle conseguenze della crisi. Quello all’abitazione è e rimane un diritto sociale, che in linea di principio deve essere garantito. Tuttavia, il blocco dei pignoramenti sulla prima casa non avrebbe dovuto essere generalizzato, ma accompagnato da “adeguati criteri selettivi” che avrebbero consentito di valutare la necessità di applicare la sospensione in base al singolo caso.

La decisione della Corte costituzionale e le conseguenze per i debitori

Preso atto della sentenza della Corte, resta il fatto che il termine della sospensione – fissato per il 30 giugno 2021 – è ormai trascorso. Quali saranno dunque le conseguenze per i debitori che ne hanno beneficiato? Considerato che la sentenza della Corte è stata pubblicata il 22 giugno, quindi solo otto giorni prima della fine del blocco, ipotizziamo che i pignoramenti riprenderanno il loro corso come già era stato previsto, senza che vi siano ulteriori brutte sorprese. È vero però che, per averne la certezza, dovremo attendere di vedere come evolverà la giurisprudenza in tal senso.

In ogni caso, possiamo dire che la Corte costituzionale ha voluto inviare un segnale importante: in un periodo di crisi come quello che abbiamo attraversato nel corso dell’ultimo anno, gli interessi dei debitori non devono necessariamente prevalere su quelli dei creditori.

Del resto, non è questo il primo caso in cui abbiamo potuto osservare questa tendenza. Sempre di recente, la Corte dei conti ha proposto di valutare la possibilità di consentire il pignoramento della prima casa anche da parte dell’Agenzia delle Entrate. Vi sono stati inoltre diversi casi in cui, nel corso della pandemia, la Magistratura ha di fatto ignorato le disposizioni contenute nei vari Dpcm. A titolo di esempio, menzioniamo il Tribunale di Roma, pronunciatosi a favore dello sfratto di un inquilino che con la scusa della pandemia aveva cessato di pagare l’affitto al proprietario di casa.

Insomma, volendo fare il punto della situazione, possiamo attenderci che in futuro il pignoramento delle prime case sarà soggetto a sempre meno limitazioni (ti ricordiamo che già ora non esiste alcun limite al pignoramento da parte dei creditori privati).

Non si tratterebbe certo di un’evoluzione favorevole ai debitori, ma forse sai già come la pensiamo: non è temporeggiando che si risolvono i problemi. Certo, il fatto di avere più tempo a disposizione può essere molto utile, ma solo se sei deciso a prendere in mano la situazione e a risolverla in modo definitivo.

Saldo e stralcio con rinuncia agli atti: la soluzione che azzera il debito!

 

Proroga sospensione procedure esecutive.

Nonostante l’eventualità che in futuro i tempi del pignoramento si accorcino, se stai rischiando di perdere la casa all’asta c’è sempre un’alternativa molto efficace che dovresti prendere in considerazione. Stiamo parlando del saldo e stralcio con rinuncia agli atti, la soluzione che noi di Case Italia mettiamo in pratica ogni giorno, perché è l’unica che consente di risolvere il problema in modo definitivo!

Probabilmente sai già che, se la tua casa dovesse finire all’asta, rischierebbe di essere svenduta per una cifra ridicola, che non ti consentirebbe neppure di saldare tutti i tuoi debiti. Di conseguenza, ti ritroveresti ancora fortemente indebitato pur avendo perso la casa! Sembra assurdo, lo sappiamo, ma questa è la realtà di tante famiglie che hanno vissuto l’incubo dell’asta.

Il saldo e stralcio con rinuncia agli atti ti consente di evitare tutto questo. Invece di lasciare che la tua casa vada all’asta, prendi contatto con i tuoi creditori e cerchi di avviare una trattativa. L’obiettivo è quello di raggiungere un accordo sulla cifra da saldare per poter considerare estinto il tuo debito.

I creditori dovranno probabilmente accontentarsi di ricevere meno di quanto gli spetta, ma in cambio avranno la certezza di ricevere subito la somma pattuita, senza assumersi i rischi dettati dalle incertezze e dalle tempistiche delle aste. Ci sono quindi ottime probabilità che accettino di arrivare a un compromesso.

Se la cosa andrà in porto, dovrai comunque vendere la casa per pagare i creditori, ma questa volta con la garanzia di riuscire ad azzerare completamente il debito! Nel momento in cui avranno ricevuto i loro soldi, i creditori saranno chiamati a firmare una rinuncia agli atti, con la quale rinunceranno ad avanzare qualsiasi ulteriore pretesa nei tuoi confronti. Così avrai risolto i tuoi problemi una volta per tutte e potrai finalmente ricominciare a vivere pensando al futuro!

Case Italia compra la tua casa!

Da oltre tredici anni, noi di Case Italia ci occupiamo di risolvere il problema del debito nel nostro paese. Abbiamo già aiutato tantissime persone e tantissime famiglie a evitare la (s)vendita all’asta della loro casa e a ottenere la rinuncia agli atti!

Portiamo avanti la trattativa con i creditori, azzeriamo completamente il debito e la tua casa la compriamo direttamente noi! Così non devi nemmeno preoccuparti di trovare un acquirente per tempo!

Se la tua casa è stata pignorata o è sul punto di esserlo, non perdere altro tempo! Visita il sito di Case Italia e contattaci! Valuteremo insieme la tua situazione per capire come risolverla nel migliore dei modi.

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