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NoLa rinuncia agli atti
La disciplina della rinuncia agli atti
La rinuncia agli atti è una fattispecie giuridica disciplinata dall’art. 306 del codice di procedura civile.
II processo si estingue per rinuncia agli atti del giudizio quando questa è accettata dalle parti costituite che potrebbero aver interesse alla prosecuzione. L’accettazione non è mai efficace nel caso contenga riserve o condizioni.Le dichiarazioni di rinuncia e di accettazione sono fatte dalle parti stesse o da procuratori speciali in modo verbale all’udienza o con atti sottoscritti e notificati alle altre parti.
Nel caso la rinuncia e l’accettazione siano regolari il giudice dichiara l’estinzione del processo.
Il rinunciante, salvo diverso accordo tra loro, rimborsa le spese alle altre parti. La liquidazione di queste spese è fatta dal giudice istruttore con un’ordinanza non impugnabile (art. 177 del codice di procedura civile).
Secondo l’art. 310 c.p.c. anche se è stata accertata l’estinzione del processo non è preclusa la possibilità di riproporre un nuovo processo. Risultano nulli, pertanto, gli atti del precedente processo estinto (tranne le sentenze di merito e le decisioni riguardanti la competenza). Inoltre, le prove del processo estinto non potranno essere riutilizzate ma valutate dal nuovo giudice come argomenti di prova.
La rinuncia agli atti può essere sottoscritta prima o dopo la vendita del bene oggetto dell’asta immobiliare.
Prima dell’aggiudicazione la rinuncia agli atti ha efficacia solo se a sottoscriverla sono il creditore pignorante e tutti i creditori coinvolti in possesso di titolo esecutivo.
Mentre nel caso in cui la rinuncia agli atti sia sottoscritta dopo la vendita essa è legittima quando a sottoscriverla siano tutti i creditori concorrenti anche sprovvisti di titolo esecutivo.
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